Aspettando "Modernità e
disillusione"
Vale a dire il mio libro. Nell'attesa, ricordando
la nascita dell'associazione nove anni fa, vi racconterò la
storia di un uomo in una sala parto. Quest'uomo è stato
padre di un'idea, di un'opera letteraria, di uno spirito;
mai di un essere umano. Quest'uomo non vive più intensamente
da molto tempo, cioè da quando, molto più giovane,
alcune situazioni gli trasmettevano sensazioni simili
all'angoscia. Soffre dell'occidentalissimo annoiato
male di vivere.
In quella sala di ospedale si sente ancora vivo, tremante;
ha temuto a lungo per l'integrità del suo piccino;
irrazionalmente, di fronte alla nudità di quella
creaturina venuta da chissà dove, si mette a
contar le sue dita. Dieci! Nelle mani. Dieci! Nei piedi!
Ci sono tutte! Il faccino raggrinzito, le mani marroni;
piange, ma non appena l'uomo lo immerge nel bagnetto,
con le sue manone callose e insensibili, e gli accarezza
il pancino, il neonato gli stringe il dito, e lo guarda
silenzioso. Una stretta al cuore. Ehi! Vecchio brontosauro!
Tuo figlio ti ha guardato! Per una volta non teme di
sembrare brutto, o male acconcio. Per una volta ricambia
semplicemente quello sguardo, senza secondi fini. Poi
lo adagia mollemente di nuovo nel lettone di ospedale:
ancora una volta teme che smetta di respirare. Eh no,
ragazzi, ora che me lo avete donato, non me lo porterete
più via. Mai più.
Il vostro
Thierry Dell’Orto
Presidente Ci.Cu.T.A.
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